La cosa principale che si ricorda di Rita Levi Montalcini, nata a Torino il 22 aprile 1909, è il Premio Nobel per la Medicina vinto nel 1986.
La sua lunga vita (è scomparsa a 103 anni a Roma nel 2012) è stata oggetto di articoli, libri e perfino fiction. Scienziata, accademica, senatrice a vita, Rita Levi Montalcini ha senza dubbio mostrato grande determinazione nel perseguire i suoi obiettivi, grande rigore nei suoi principi e la capacità di valorizzare le intuizioni nate nel suo laboratorio.
Espulsa dall'Università nel 1938 a causa delle leggi razziali, riparò in Belgio, salvo poi tornare in Italia per rifugiarsi nelle campagne intorno a Firenze, dove proseguì i suoi esperimenti allestendo un laboratorio nella sua camera da letto.
Nel 1947 si trasferì negli Stati Uniti per un progetto che doveva durare pochi mesi e durò invece vent'anni. Qui proseguì le sue ricerche con la collaborazione di Stanley Cohen, il biochimico con cui ha condiviso il Nobel assegnato nel 1986.
Perché è stata insignita di questo riconoscimento? Anni e anni di studi, intuizioni ed esperimenti, condotti anche in situazioni estreme, l'hanno portata all'identificazione del fattore di crescita neuronale, una scoperta importantissima per la lotta ad alcune gravi malattie.
Rientrata in Italia, diresse il laboratorio di Biologia cellulare del CNR oltre a ricoprire diverse altre cariche prestigiose e ad impegnarsi pubblicamente a favore della scienza e del sociale.
Rita Levi Montalcini ha scritto molti libri, oltre alle pubblicazioni scientifiche naturalmente, per raccontare la sua storia. Tra le molte frasi da ricordare ci piace molto "Meglio aggiungere vita ai giorni che non giorni alla vita".
Per ricordarla, abbiamo preparato un crucipuzzle che vi porterà dritti nel suo laboratorio di ricerca, tra microscopi e cellule da osservare. Cliccate qui o sull'immagine per scaricare il .pdf da stampare. |
Rita Levi Montalcini è uno dei personaggi della Mappa di Torino. |